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mercoledì 24 ottobre 2007

Cronaca di un viaggio “Romantico”


“Heard melodies are sweet, but those unheard

Are sweeter; therefore, ye soft pipes, play on;

Not to the sensual ear, but, more endear'd,

Pipe to the spirit ditties of no tone”

John Keats

Domenica, una giornata di sole…è il tempo di partire, di lasciare la città al suo sopore…

Qualcuno è in ritardo, la cosa non turba l’atmosfera… il tempo passato in buona compagnia, anche nell’attesa, è lieve… Le immagini, i sorrisi, la stazione, tutto è impresso in una memoria digitale.

Il treno parte, la meta giunge presto, il viaggio è rapido, l’emozioni della scoperta accende il volto. Vi è un enorme cancello tra me è l’infinito, devo solo varcarlo, perdermi nell’imponderabile. Leggo i nomi di altri che prima di me hanno intrapreso questo viaggio, fissati nel marmo, ovunque presenti in spirito in questa straordinaria valle. Varco il cancello la pace è tanta, il verde assorbe i miei pensieri. E’ questo il luogo dove la mano dell’uomo ha vinto la furia della natura, il luogo in cui le generazioni hanno combattuto una lotta impari ma l’ingegno ha trionfato; un sublime parco in luogo di una paurosa voragine. Mi addentro tra i sentieri, affretto il passo, scorgo delle rovine. Cammino lungo grandi sostruzioni, un vasto terrazzamento dove si adagiava una grandiosa villa romana, le statue, lacerti di trabeazioni, capitelli ne sono testimonianza ricca, ma la loro imponenza manifesta la ricchezza dell’edificato. Entro nei grandi horrea, ne percorro gli spazi nudi, immagino tonnellate di derrate alimentari, rifugi per la servitù…sento lo scrosciare forte di un fiume, mi affretto verso l’uscita… Il rumore è forse quello di una cascata…

La scorgo, è meravigliosa… acqua bianca che scorre su rocce nude e capelvenere, che precipita nei pressi di una grotta e si staglia dietro i bianchi rami di una spoglia betulla. Mi fermo a guardarla da una postazione privilegiata; da qui la osservò forse Goethe, si inebriò dello stesso mio spettacolo: i salti della cascata, la profonda forra e in alto l’acropoli con la sua tholos affiancata da un piccolo tempio. Scendo presso l’acqua… mi beo della miriade di goccioline sospese nell’aria e mi addentro in una grotta, detta delle Sirene, qui l’acqua impetuosa si perde nella notte della terra… Riemergo e proseguo lungo un nuovo sentiero che si snoda in un cunicolo scavato nella roccia con piccole aperture arcuate… un gremito formicaio. Da qui giungo ai piedi della cascata in una nuova grotta dove l’acqua ne modella le pareti. Le rocce sospese sembrano nembi carichi di pioggia. Rimango qui e mi fermo a guardare la profonda voragine ed in alto la città che incombe su essa. Lascio la grotta e scorgo lungo un sentiero una profonda cavità naturale rischiarata da una luce lontana… mi addentro e scopro un paesaggio incredibile oltre la roccia… l’acqua riemerge e si tuffa in ulteriori laghetti di un bel turchese, abbarbicate alla montagne ricche ville e un grande monastero. Sulla mia destra in lontananza si intravede una spuma densa tra gli alberi…lontano… devo appressarmi… capirne l’origine. Percorro un sentiero intagliato nella roccia, un rumore di acqua mi annuncia una strepitosa sorpresa… mi si apre davanti un piccolo terrazzo, e da qui scorgo LA CASCATA, bella potente ed imponente, è qui che la natura vince sull’uomo, è qui che l’infinito mi riempie ed è qui che la paura si trasforma in una forte emozione di gioia e bellezza. E’ questo il mio piccolo viaggio “Romantico”, è questa Villa Gregoriana a Tivoli.


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