Strati mobili.
Strati Mobili, scritto dai fondatori di Elastic, gruppo che si occupa di video arte contestuale, è un libro, che affronta, svelandole, le dinamiche sia procedurali sia estetiche, connesse alla realizzazione di istallazioni video. In un percorso denso di riferimenti storici, di postulati teoretici , di personaggi illustri ed eventi performativi , scopriamo come la video arte sia uscita dalla white box dei musei, per conquistare i campi sterminati della città ed il territorio contestualmente globale. Il libro, diviso in capitoli diacronici, affronta il tema da più direzioni, convogliando il lettore infine in un volo panoramico esauriente su tutto che attualmente ha fatto e continua a fare video arte/architettura. Nella prima parte del libro si pongono le basi teoretiche dell’operare. Gli autori, nel ripercorrere le conquiste della video arte, individuano nei futuristi i precursori delle arti visive. I futuristi, visionari in un’epoca che non offriva ancora la possibilità di esperire e di manipolare l’immagine video, auspicavano l’interazione con l’opera d’arte, desiderando di entrare in essa come protagonisti. Il richiamo alla Bigness, enunciata da Rem Koolas, svela la matrice dell’operare in contesti di grandi dimensioni, coinvolgendo un numero elevato di persone, spettatori/protagonisti dell’evento. La problematica dello schermo e della profondità dello stesso, resa attraverso l’inserimento di layer e piani che dilatano lo spazio all’infinito, individua il modo che la video arte percorre per liberarsi della bidimensionalità dell’immagine, acquisire nuove profondità, inedite capacità di emozionare e spiazzare il fruitore dell’opera. Il campo visivo dei video si allarga e si stratifica, i piani narrativi si moltiplicano integrandosi. I campi della progettazione abbracciano le problematiche della città in maniera trasversale, interpretate da sociologi, architetti, urbanisti ed artisti, fotografi etc. I punti di vista possono a questo punto diventare multipli, teoricamente la macchina stessa può esprimerne uno proprio, discostandosi dal fatto narrativo proprio della coscienza umana. Il libro svela le direzioni che in futuro prenderà la video arte, non si può sicuramente prescindere dalla lettura di questo testo per cogliere le novità che ci aspettano nella descrizione e realizzazione della città. I fatti narrativi, integrati alle facciate, arricchiranno l’architettura stessa di nuove spazialità; potranno restituire identità a parti dismesse della città, nuove suggestioni ad edifici storici. L’integrazioni tra immagini e architettura costruita hanno rivelato nelle sperimentazioni, la capacita di dilatare e metaforizzare lo spazio. Le musica e le immagini non si limiteranno ad essere degli orpelli audiovisivi, entreranno in comunicazione reale con i fruitori, spettatori consapevoli a cui richiederanno sempre più, una interazione reale, un parere. Secondo questa ipotesi l’archeologia del futuro leggerà la città come palinsesto informativo, gratterà le facciate dei palazzi per ricostruirne la storia dispiegatasi nella infosfera.
5 commenti:
che bello il blog adesso,e bravo Mariano.... il libro credo l'ho comprerò anch'io sembra davvero interessante... a presto
Grazie Cri! Finalmente ho trovato il template che cercavo... facilmente modificabile...
Il libro è davvero interessante... ma per voi giovani lo è di + Stanze Ribelli ;) ahahahh
eh gioventu bruciata, hehehe!!
(ops giovent/ù)oggi il tuo ritratto lo hanno paragonato a Belfagor hehehe...se non altro perchè immortale (he hehee)!
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
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